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Abbattiamo lo stereotipo "i giovani non hanno voglia di lavorare"

  • Immagine del redattore: Valery
    Valery
  • 9 mag 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Se siete nell’età compresa tra i 18 e i 30 anni, quante volte vi siete sentiti dire “ non hai voglia di lavorare”? Io me lo sono sentita dire molte volte, eppure vi posso assicurare che non è così.

Tutti abbiamo sentito l’intervista di Alessandro Borghese dove afferma che i ragazzi di oggi vogliono solo godersi il tempo libero e pretendono un compenso cospicuo (che, secondo lui, attualmente non meritano).

Secondo il signor Borghese i ragazzi devono lavorare gratis per imparare. Io sono più che in disaccordo con lui. È normale che i ragazzi vogliano godersi il tempo libero, e , sinceramente, tutti quanti noi andiamo a lavorare semplicemente perché abbiamo bisogno di guadagnare. Se riuscissimo ad avere reddito passivo o se, ogni giorno, ci fosse data in regalo una somma sufficiente per farci vivere dignitosamente, nessuno di noi andrebbe più a lavorare. Trovo più che sbagliata l’affermazione “lavorare per imparare non significa per forza essere pagati”. Io mi faccio il mazzo per imparare un lavoro e mi spetta la giusta gratificazione. Ciò non significa che io mi aspetta di guadagnare un milione al mese, ma direi che mi aspetta il minimo di legge.

Giorni fa, su Facebook, girava uno screen di una chat Whatsapp che diceva che un datore di lavoro voleva assumere una ragazza per pagarla 17 centesimi all’ora (una miseria). La ragazza, per giuste ragioni, ha rifiutato. Volete sapere la risposta del capo? “sei una ragazza giovane, avevo capito che non hai voglia di lavorare…Ho solo perso tempo…Ciao”.

Io sono più che scioccata. Va bene tutto eh, però capite benissimo che uno stipendio così è veramente non dignitoso.

Io l’anno scorso ho avuto una spiacevole situazione. Essendo una studentessa universitaria, riesco a lavorare solamente d’estate. Quindi come ogni estate mi sono cercata un lavoretto e lo avevo trovato. Era una piccola realtà, formata da due donne che mi sono sembrate molto gentili e disponibili. Tre settimane prima mi hanno fatta andare in sede per aggiustare le ultime cose ed ero più che certa che mi avessero convocata anche perché dovevo firmare un contratto.

Bhe…Non è andata così. Mi hanno convocata per raccontarmi le mansioni che sarei andata a coprire e per dirmi, esatte parole, “se dovesse venire un controllo, mi raccomando, devi dire che tu sei una cliente”. Ricapitolando: a nero, non pagata, senza tutele. Ovviamente sono “scappata” a gambe levate. Non sono i giovani che non hanno voglia di lavorare. Sono i datori di lavoro che vogliono dei soldatini sotto pagati e che siano disposti a farsi “mungere” come delle mucche. Una persona a cui voglio bene mi ha insegnato una cosa molto importante: il mondo del lavoro è come una mucca. Decidi tu se mungere o essere munto.

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